Fantino – Paese fantasma in cui vivono i segni del tempo

Fantino, paese fantasma, è un affascinante borgo abbandonato sito, in Calabria, tra i comuni di Caccuri (provincia di Crotone) e San Giovanni in Fiore (provincia di Cosenza).
Ho visitato il borgo il 14/10/2017, in occasione di un’uscita fotografica guidata dalla bravissima Daniela Sidari, in occasione del suo workshop “Catturare i rintocchi del tempo”. E a Fantino percepire i rintocchi del tempo è facile. Passando dalle case più moderne in cui vivono ancora gli ultimi 4 abitanti, al contiguo borgo abbandonato sembra di entrare in una dimensione onirica. Sulle vecchie pietre seicentesche degli edifici si posano oggetti di uso comune degli anni Sessanta e dei giorni nostri.

Una giacca appesa ad una vecchia porta, come se il proprietario dovesse tornare a riprenderla da un momento all’altro.
Una coppia di padelle arrugginite, divenute ormai un tutt’uno con il tavolato che le sorregge. Alcuni maglioni colorati ed una vecchia corda consunta.
Ma anche una cucina, vecchi materassi, i resti di un fuoco in quello che doveva essere un vecchio soggiorno.
All’esterno del borgo ed all’interno delle case la natura irrompe, riconquistando i suoi spazi: un tappeto verde chiude l’accesso a due usci, un camino è ormai avvolto dai cespugli. In alto, squarci di cielo azzurro e di nuvole diventano il nuovo, infinito soffitto… a ricordare i versi di una vecchia canzone.

Non si può accedere a quello che ormai è il regno della natura: il pavimento crolla sotto il peso del visitatore, come se l’oggi, il momento presente, fosse un carico troppo pesante per ciò che resta del passato.

Fantino, edificato nel 1600, trova il suo massimo sviluppo negli anni ’60, per spopolarsi (quasi) interamente nel 2000, divenendo un paese fantasma. I pochi che ancora vi abitano sono gentili ma schivi e non amano farsi ritrarre.

Ciò che resta è, allora, l’impressione di un paese fantasma sul quale il tempo ha posato il suo inesorabile sguardo, fossilizzando le ultime emozioni umane. Con la sua lava inarrestabile, il tempo ha reso Fantino una nuova Pompei bucolica, in cui la vita sembra sospesa.

Chissà se ritornerà il pastore a riprendere la sua giacca dall’uscio; la massaia a far sfrigolare l’olio sul fuoco; i bambini ad allietare con l’eco di risa argentine la quiete vallata sottostante…
Sognando un universo parallelo in cui Fantino non è contrasto di vecchio e nuovo ma vita dirompente, proviamo a lasciare qualche impressione in qualche pugno di immagini fotografiche. Fermiamo nuovamente il tempo… ed ecco a voi: Fantino.

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