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“Cammino della Magna Grecia”: Il Comune dimentica la paternità dell’idea progettuale e l’impegno finora profuso dai volontari

Il disappunto dell’ideatrice

Apprendendo dalla stampa la notizia della “tre giorni” di convegni sul “Cammino della Magna Grecia” che ha interessato il Comune di Crotone, si evidenzia l’omissione dell’Amministrazione comunale nel citare tra le righe del comunicato stampa la fonte del progetto in questione, ben nota all’Assessore alla cultura Antonella Cosentino, nonché l’impegno finora profuso dai volontari impegnati nella realizzazione del Cammino di che trattasi.

L’idea del “Cammino della Magna Grecia” è stata partorita dalla sottoscritta durante il Cammino di Santiago del 2012 (830 km a piedi) al fine di valorizzare il patrimonio naturale e le radici culturali del nostro territorio, mediante l’organizzazione di una rete di sentieri (individuati anche recuperando le antiche vie Francigene di Calabria) contraddistinti dalla denominazione di “Cammino della Magna Grecia”.

Nel maggio 2013, a seguito della condivisione con alcuni noti giornalisti del territorio ed esponenti delle associazioni di volontariato (tra cui l’Associazione Bene Comune) dell’idea progettuale denominata “Dal Cammino di Santiago al Cammino della Magna Grecia”, si decise di agire su due fronti: la tracciatura operativa dei percorsi e l’approfondimento culturale sulle aree maggiormente interessate da antichi insediamenti.

Molteplici sono stati, nel corso di questi anni, i sentieri percorsi sul territorio provinciale da diversi gruppi di volontari: si ricorda il tratto collinare tra la parrocchia di San Domenico e Capo Colonna (in data 12/09/2013); il tratto tra Marinella e Capo Colonna (in data 06/08/2016) e il tratto Le Castella–Capo Rizzuto (in data 05/01/2017) (testimonianze fotografiche sono disponibili sul blog http://buencamino.altervista.org, sezione Camminando per la Magna Grecia).

L’intenzione era di snodare il progetto su 3 fasi temporali: partire dalla sola provincia di Crotone per poi estendere il Cammino a livello regionale ed extraregionale, al fine di promuovere, senza proclami né comunicati stampa, le bellezze naturali del territorio ed i benefici fisici e psicologici legati al camminare.

L’idea progettuale è stata rispolverata dalla scrivente nell’ambito del gruppo di scrittura citato dall’Assessore Cosentino, che l’ha fatta propria accostandola alla proposta di candidare come patrimonio dell’Unesco i tesori della Magna Grecia.

In considerazione dell’interesse del Comune verso l’idea progettuale, si è, quindi, avviata una collaborazione su base volontaria, concretizzatasi nella predisposizione, a vantaggio dell’Amministrazione, della bozza di convenzione per i comuni della provincia e nelle iniziative di tutela del logo.

Nel marzo 2017, la subordinazione con cui è stato considerato il territorio crotonese in occasione della presentazione dell’idea presso la Regione Calabria e l’inatteso coinvolgimento di professionisti reggini, hanno spinto la quasi totalità del gruppo di volontari a prendere le distanze dal Comune, ritenendo che l’iniziativa, per le modalità adoperate dalle istituzioni, stesse allontanandosi dallo “spirito del cammino” per divenire mera attività economica.

L’oblio dell’Amministrazione comunale sulla fonte dell’idea e sull’impegno fattivo dei volontari, inducono oggi a ritenere fondate le iniziali preoccupazioni. Tanto più che l’Amministrazione non ha inteso né invitare i volontari all’iniziativa convegnistica svolta nei giorni scorsi, né citarli, per amore di verità e per onestà intellettuale, nel resoconto divulgato alla stampa.
Giova sottolineare, altresì, che, per tutelare i camminatori e non disattenderne le aspettative, la presentazione del “Cammino della Magna Grecia” avrebbe dovuto essere il passo finale e, comunque, successivo, alle fasi di individuazione delle tappe, realizzazione della segnaletica, messa in sicurezza dei sentieri, nonché organizzazione delle strutture di accoglienza.
Infine, è utile ricordare che analoghe esperienze di Cammini (es. il Cammino di Assisi o di San Benedetto) basano il loro successo sul preventivo coinvolgimento “dal basso” degli attori territoriali (Comuni; associazioni di categoria e imprese, in particolare del settore turistico; Chiesa; volontariato; cittadini singoli o in gruppo).

Ciò posto, lungi da polemiche e sterili protagonismi, la presente nota viene redatta meramente per rammentare agli esponenti dell’Amministrazione comunale la paternità dell’idea progettuale (verificabile da folta documentazione e testimonianze).
Nondimeno, perché non si crei, causa fretta o dilettantismo, il primo caso mondiale di Cammino con logo registrato, ma privo di basilare viabilità.

Con l’auspicio che l’anzidetta idea possa concretizzarsi in occasione di valorizzazione del nostro territorio e, al contempo, possa promuovere i benefici al camminare, si porgono agli Amministratori comunali i migliori auguri di buon lavoro e si resta in attesa di incontrarli sui sentieri della Magna Grecia, perché il modo migliore per far nascere un Cammino è percorrerlo.

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L’idea del Cammino

Non ricordo la prima volta in cui sentii parlare del Cammino di Santiago.
Forse una frase letta su un libro oppure una foto vista su internet. Tuttavia, ciò che è certo è che quando vieni a contatto con il Cammino di Santiago non te ne liberi più. E’ come se l’idea fosse sempre dentro di te, in attesa di risvegliarsi. Come se fossimo tutti PELLEGRINI potenziali. Alla parola “Santiago” vengono sollecitate corde profonde, che iniziano a vibrare sempre più forte fino a spingerti a camminare, camminare, camminare. Fino ad indurti a comprare un biglietto aereo, fino a farti sentire pronta a partire!
L’idea di intraprendere il Cammino di Santiago si è fatta largo in me in un arco temporale di diversi mesi o forse anni, visto che ne parlavamo già in Albania… ma questa è un’altra storia.
Nel 2011 ho iniziato a camminare seriamente, co le mie scarpe da trekking in giro per la città. Alcune volta con altre persone, molte altre da sola. Con uno zaino, inizialmente vuoto, successivamente riempito con bottiglie d’acqua per fare peso!
Tuttavia, nel 2011 non sono partita. Non ero pronta, pensavo… ma in realtà avevo paura. Paura di non farcela, paura dell’aereo, paura di partire da sola. Sognavo col freno a mano tirato.
Il mio carattere razionale veniva fuori e spadroneggiava sui miei sogni. Fino a portarmi a fare un tentativo. La Marcia della Pace di Assisi: 25 km a piedi da Perugia ad Assisi.
Insieme e Lucio ed agli amici di Legambiente Bruno e Francesca ho provato le scarpe, ho testato la resistenza delle mie gambe ma, soprattutto, ho vagliato la mia motivazione. Che ne è uscita arricchita e potenziata: sentirsi parte di un flusso di persone in movimento, in cammino, a piedi… è un’emozione che ti arricchisce e che ti spinge ad andare oltre. Ricordo che quella volta ho intravvisto per la prima volta molte conchiglie attaccate agli zaini. Entravo in contatto con i Pellegrini di Santiago e ne provavo ammirazione.
Decisi là di andare. Il viaggio non poteva essere più rimandato.
Cosa mi spingeva? E’ una domanda che, come ogni pellegrino sa, spesso rimane senza risposta. La voglia di andare, di lasciare tutto, di mettersi alla prova, di entrare a contatto con se stessi o con un’energia più profonda… o forse tutte queste cose insieme. Elementi che nel Cammino di Santiago sono presenti più che in ogni altro viaggio, perché il Cammino è “IL VIAGGIO” per eccellenza!
Con i muscoli che mi facevano male ed il cuore pieno di gioia, dentro di me, ero già sulla linea di partenza! Rinascevo Pellegrina!