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Cammino di Santiago e “Il Signore degli anelli”: le dieci analogie ed il senso della vita

Hai percorso il Cammino di Santiago e hai iniziato ad identificarti con Frodo Baggins? No, non stai perdendo la tramontana. Infatti, le analogie tra il protagonista della più importante saga di Tolkien e la figura del pellegrino sono numerose e, in parte, anche confermate dagli studiosi di storia e letteratura.
Vediamone (almeno) dieci!

1) Il Cammino come metafora della vita

Il pellegrino è colui che lascia tutto per mettersi in Cammino, subordinando tutti gli altri aspetti della propria vita al viaggio. Così anche Frodo, insieme a Sam, Merry e Peregrino Tuc (detto Pipino), abbandona le comodità della Contea per affrontare l’avventuroso viaggio tra Hobbiville ed il Monte Fato al sol fine di distruggere l’anello del potere. Il viaggio del pellegrino, così come quello della Compagnia dell’anello, attraversa monti e valli, fiumi e boschi, luoghi deserti e borghi abitati… ma, soprattutto, è un percorso interiore. Una meravigliosa avventura di crescita esistenziale che arricchisce di significato giornate monotone ed indistinguibili. In Cammino non esistono più le beghe della vita quotidiana, non vi sono più comodità né certezze. Il coraggio del cambiamento porta Frodo e il pellegrino ad abbandonare la solidità dei luoghi comuni, per catapultarli in uno spazio e un tempo che diventano categorie inedite. Il viaggio per il pellegrino, così come per Frodo, è la più bella metafora della vita.

Verso Santiago
Verso Santiago

2) L’abbigliamento: elogio dell’uguaglianza e dell’essenzialità

Le analogie tra Frodo ed il pellegrino non sono solo concettuali ma anche tangibili. Frodo, così come i pellegrini, è vestito con un mantello dotato di cappuccio così ampio da coprire il suo breve corpo da Hobbit. In mano ha un bastone per il cammino e, alla cintola, una leggera bisaccia. Molto simile è l’abbigliamento del pellegrino che storicamente si recava a Santiago de Compostela: un’ampia cotta di ruvida tela, un bastone (detto “bordone”) e una bisaccia per trasportare l’essenziale, evitando il peso superfluo. Non è raro vedere il moderno pellegrino indossare la mantellina antipioggia; seguirne i passi mentre si sostiene con il proprio bastone; ammirarne la fatica mentre avanza sotto il peso del suo zaino (moderna bisaccia!). Eppure l’essenzialità che accomuna i pellegrini, denotata dal doversi far carico del proprio fardello, è ciò che li rende uguali anche esteriormente, abolendo qualsiasi gerarchia, o ruolo sociale. Così come nel romanzo di Tolkien non vi è una linea di comando: ognuno assume responsabilmente il proprio ruolo e contribuisce attivamente all’esito della strabiliante avventura.

Pellegrino moderno in abiti antichi
Pellegrino moderno in abiti antichi

3) Il fardello: il cammino come viaggio liberatorio

A proposito di peso… il viaggio che Frodo affronta è finalizzato a “liberarsi” di un grave fardello, per l’esattezza dell’Anello che dovrà essere distrutto nel cratere del Monte Fato. Il viaggio, dunque, come alleggerimento e liberazione. Ciò è molto simile alla “spoliazione” interiore del pellegrino. Infatti, la maggior parte dei pellegrini cammina con un fardello, non solo esteriore (lo zaino) ma anche interiore: spesso è un lutto, un abbandono, una malattia o solo la volontà di lasciarsi alle spalle un passato greve o una vita non felice. La partenza è sempre preceduta da una scelta fondata su una profonda presa di consapevolezza: portare un fardello per liberarsene anche se ignota è direzione da prendere: “Porterò io l’Anello – sono le parole del protagonista tolkeniano – solo che non conosco la strada”. Una decisione consapevole di grande responsabilità, come evidenzia la risposta di Elrond durante il Consiglio: “Ma è un fardello assai pesante. Così pesante che nessuno potrebbe caricarne le spalle di qualcun altro. Io non lo carico sulle tue spalle. Se, tuttavia, lo prendi di tua propria scelta, dirò che la tua scelta è giusta”. Simbolicamente durante il percorso il pellegrino si libera di questo peso: alla Croce di Ferro, dove ogni pellegrino lascia una pietra, e a Finisterre, dopo Santiago, dove ciascun pellegrino, al termine del cammino, brucia un indumento. Così come Frodo distrugge l’anello del potere tra le fiamme del monte Fato.

Lo zaino di una pellegrina
Lo zaino di una pellegrina
La Croce di Ferro
La Croce di Ferro

4) Luoghi fantastici e misteriosi: tra hobbit e templari

Il percorso più noto per giungere a Santiago è la cosiddetta Via Francese, ossia quella che parte da Saint Jean Pied de Port, alle pendici dei Pirenei. Da lì, circa 830 chilometri separano il pellegrino dalla sua meta: Santiago. In 830 km i luoghi da attraversare sono molteplici. Numerosi scorci appaiono molto simili ai luoghi descritti da Tolkien. Tralasciando castelli e cattedrali, antiche tombe di sovrani e ancestrali megaliti,   boschi, torrenti, montagne e luoghi selvaggi, basti pensare a qualcosa di molto concreto come le famose “bodegas”, strutture ipogee spesso usate come cantine, per fare un salto nella Contea! Le case di Hobbiville non hanno nulla di diverso da queste collinette edificate e ricoperte di erba verde! Altri luoghi sul Cammino di Santiago, invece, sono segnati dal passaggio e dalla permanenza dei cavalieri templari e non è difficile associarli allo spirito cavalleresco presente nella principale opera di Tolkien. Non è raro incrociare castelli e antichi hospitales fortificati e può capitare anche di ammirare lucide armature e pesanti spade: basta dare un nome a quelle lame per ritrovarsi a far parte della Compagnia dell’Anello!

Bodega
Bodega

5) Una vita non banale: celti, maghi e animali parlanti

Il Cammino di Santiago è profondamente intriso di mistero, magia, leggende. Qualche esempio? I cruceiros, antichi crocifissi posti all’incrocio tra più strade. Secondo alcuni, infatti, avrebbero origini precristiane e segnerebbero luoghi caratterizzati da particolari energie (senza considerare tanti altri misteri legati alla religione cristiana – come ad esempio il Mandylion). Bastano, allora, le cornamuse a catapultarci nella “Galizia Celta”, ossia la regione caratterizzata da origini celtiche, dove non è raro ammirare trisqueles e rune o sentire parlare di “Megas”, le antiche streghe. Le origini celtiche sono fondanti anche con riferimento alla penna di Tolkien. Infine, spesso si odono storie in cui gli animali sono protagonisti dai poteri magici: galli che risuscitano (Santo Domingo de La Calzada) o “oche” che tracciano con la propria “pata” (zampa) il percorso da seguire (non a caso il famoso Giuoco dell’Oca altro non sarebbe che il Cammino di Santiago). Così anche ne “Il Signore degli anelli” ogni pagina è intrisa di magia: tanto che il “mistero” diventa un fattore comune della quotidianità. Anelli che permettono di scomparire, aquile e destrieri parlanti, potenti maghi e simboli da decifrare rappresentano pane quotidiano per Frodo e gli altri protagonisti. Il percorso lungo la Via, per costoro e per i pellegrini, si allontana dall’essere “passeggiata” per somigliare maggiormente ad un’avventura.

Santiago e simboli celtici
Santiago e simboli celtici

6) Il trascendente: pellegrino, chi ti chiama?

Una nota poesia su un muro di Najera, lungo il Cammino di Santiago, interroga ripetutamente il pellegrino: “Pellegrino chi ti chiama? Quale forza oscura ti attira?”, enumerando molteplici aspetti del Cammino di Santiago e concludendo, poi, con la diretta voce del pellegrino: “La forza che mi spinge, la forza che mi attira, non so spiegarla neanche io, solo chi è lassù lo sa”. Anche nella determinazione con cui Frodo e i suoi compagni abbandonano i dolci ritmi della Contea per mettersi in viaggio vi è qualcosa di ineluttabile, trascendente. Frodo e il pellegrino decidono di abbandonare il superfluo per scegliere consapevolmente l’essenziale, seguendo tale spinta interiore di natura spirituale. Tolkien la descrive in un dialogo tra Frodo e Samvise Gamgee. “Hai ancora voglia di lasciare la Contea, ora che il tuo desiderio di vedere gli Elfi è stato esaudito?” è la domanda di Frodo. Segue la riposta del fedele amico, molto prossima alla poesia sul muro di Najera: “Sì, signore. Non so come spiegarlo, ma da ieri mi sento diverso. Mi sembra di vedere avanti a me, lontano. So che percorreremo una strada lunghissima verso l’oscurità; ma so che non posso tornare indietro. Non è per vedere Elfi, né draghi, né montagne che ora voglio… Non so nemmeno io che cosa voglio esattamente: ma ho qualcosa da fare prima della fine, qualcosa che si trova avanti a me e non nella Contea. Devo arrivare fino in fondo, signore, non so se mi capite”.

Poesia su un muro di Najera
Poesia su un muro di Najera

7) Le battaglie, la prova fisica e la ricerca interiore: da Sauron a Santiago Matamoros

Il Signore degli Anelli è abitualmente classificato nel genere “high fantasy” ossia è caratterizzato, in aggiunta alle comuni ambientazioni fantasy, anche dalla profonda lotta tra Bene e Male. Tale scontro si palesa nella narrazione di battaglie epiche ma anche nella lotta interiore che connatura tutti i personaggi, in special modo quando si approssimano all’Anello del potere. Anche il Cammino di Santiago è spesso caratterizzato da una serie di prove, da quelle fisiche a quelle interiori. Sfidare le intemperie, valicare monti e macinare centinaia di chilometri, procedere sulla strada nonostante le vesciche, cercare rifugio, affrontare malintenzionati: lo fanno i pellegrini, così come i personaggi di Tolkien. Mettersi di cammino nonostante paure e timori, camminare impavidi verso l’ignoto e verso il domani, perdersi nella struggente nostalgia di casa, emozionarsi per un paesaggio o per la bellezza di un incontro: anche questo è tipico dei pellegrini così come dei personaggi della Compagnia dell’Anello. A ciò si aggiungano anche storie e leggende epiche che caratterizzano il Cammino verso Compostela: da Santiago Matamoros, santo e guerriero in lotta contro gli infedeli; alle sfide cavalleresche (come ad esempio la leggenda del Paso Honroso); fino alle “guerre sante” dei templari ed alle battaglie da loro combattute dietro il vessillo della protezione dei luoghi santi e dei pellegrini. Nel Cammino così come nell’opera di Tolkien, vi è, dunque, la lotta perenne tra Bene e Male, che imperversa sia a livello di singolo essere umano che di collettività. Tuttavia, dopo sacrifici, lacrime e sangue il finale, in entrambi casi, è luminoso.

Santiago Matamoros
Santiago Matamoros

8) Dalle memorie di Bilbo all’inesauribile narrazione dei pellegrini: il racconto e l’eroismo degli umili

Nell’immaginario di Tolkien Bilbo Baggins scrive il libro delle proprie memorie. Infatti, non vi sarebbero le avventure di Frodo senza quelle narrate ne “Lo hobbit”. La storia è, successivamente, arricchita e conclusa da Frodo, prima di partire dai Porti Grigi, e lasciata nelle mani del fedele Samvise. Ma Frodo e Bilbo non sono gli unici a raccontare: scrivono, infatti, anche i Tuc e i Brandibuck. E’ la voce dei semplici hobbit che spesso si trasforma nell’eroismo degli umili. Già, perché a compiere la terribile missione fino al monte Fato è un piccolo hobbit. Così come a percorrere il Cammino di Santiago è l’uomo comune, fino al giorno prima perso nell’anonimato, divenuto eroe della sua stessa storia. Ecco perché, come Frodo e Bilbo, anche il pellegrino racconta. Spesso è un fiume di parole, di pagine, di immagini che, a sua detta, non riescono comunque a trasmettere il senso del cammino. Ma l’epilogo, come nel Signore degli anelli, è il trionfo finale dell’uomo comune sulle proprie paure e angosce, sul peso del passato, sulle ansie del futuro, in un’ambientazione selvaggia e itinerante. “Almeno per qualche tempo – disse Elrond – È necessario che la strada sia percorsa, ma sarà molto difficile. Né la forza né la saggezza ci condurrebbero lontano; questo è un cammino che i deboli possono intraprendere con la medesima speranza dei forti. Eppure tale è il corso degli eventi che muovono le ruote del mondo, che sono spesso le piccole mani ad agire per necessità, mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove”. Qualcosa, appunto, da raccontare.

Alto del Perdon
Alto del Perdon

9) Non esser soli anche quando si è soli: la Compagnia dell’Anello e le cene del pellegrino

Raramente i personaggi di Tolkien si trovano a dover combattere in solitudine. Spesso Frodo è accompagnato, sostenuto, aiutato. Non a caso l’opera inizia con le vicende de “La Compagnia dell’Anello”. Tra le pagine di Tolkien non mancano le descrizione dei canti e delle feste, dei sapori gustati e dei momenti goliardici. Il Cammino di Santiago è anche questo. Talvolta si cammina soli, ma soli non si è mai. Si condividono sentieri con altri pellegrini, ma anche cerotti e spuntini. Non mancano, infine, chiacchiere e risate attorno al tavolo. Sono le cene del pellegrino: quando italiani, spagnoli, brasiliani, coreani, donne, uomini, giovani e anziani, alzano insieme i bicchieri brindando al percorso fatto e a quello che verrà. E’ lo spazio in cui erompe l’autenticità, dove cadono le maschere indossate abitualmente nella quotidianità, dove i ruoli non contano: esiste solo l’essere umano col suo unico ed irripetibile valore.

Io, Juanjo e Julian - Amici sul Cammino di Santiago
Io, Juanjo e Julian – Amici sul Cammino di Santiago

 

10) Finisterre come il monte Fato: la fine è il mio inizio

Il viaggio di Frodo sembrerebbe concludersi sul Monte Fato, nel momento dell’epica distruzione dell’Anello. Invece, Frodo riparte: lo vediamo salutare commosso i suoi fedeli amici e salpare dai Porti Grigi. Così anche il pellegrino. Giunto a Santiago si sposta, quindi, verso Finisterre: il confine del mondo, il chilometro zero, il luogo in cui il sole del tramonto si tuffa nell’Oceano. Lì il pellegrino brucia i suoi vestiti e muore alla sua vecchia vita. Come l’Anello, ardendo nel Monte Fato pone fine alle pene di Frodo così, il pellegrino, in quel fuoco simbolico, annienta il disagio del proprio passato per riemergere dalle proprie ceneri come una Fenice. Come Frodo e come il Sole, il pellegrino ripartirà, l’indomani, per un nuovo Cammino. Nel frattempo è divenuto un uomo nuovo.

Finisterre - Il rito del rogo
Finisterre – Il rito del rogo
Finisterre - Santiago e le ceneri
Finisterre – Santiago e le ceneri

E se anche tu, come me, sei arrivato in fondo a questa pagina

Se anche tu, come me, hai immaginato di uscire dall’uscio di casa per muovere i tuoi passi nel mondo,
Se anche, tu come me, hai trovato la tua autenticità su una strada alberata o tra le brume della Galizia,
Se anche tu come me, credi che sia già oggi il giorno in cui partire per un nuovo viaggio,
allora, anche tu, come me, sei un po’ come Frodo, un piccolo hobbit con l’anima di un elfo, pronto a partire per il prossimo Cammino!

E dove troverò il coraggio necessario?”, chiese Frodo. “E’ ciò di cui ho più bisogno”.
Lo troverai nei luoghi più impensati! Spera il meglio(…) che le stelle possano brillare sulla fine del tuo viaggio

Claudia

Santiago e oltre
Santiago e oltre

 

Cammino di Santiago 2016 – “Il Primitivo” – Video

Cammino di Santiago – Primitivo o de l’interior – Da Oviedo a Santiago de Compostela

Tempo di percorrenza: 10 giorni

Totale km: 320

Alcuni la definiscono ormai una moda,  per altri è il sogno da realizzare al momento della pensione. Indipendentemente dalle differenze interpretative, il Cammino di Santiago è e resterà una delle esperienze indimenticabili della vita.

Per chi ha già percorso la via più nota, quella francese che parte da Saint Jen Pied de Port e, scavallando i Pirenei, conduce a Santiago, il Cammino Primitivo è un’esperienza molto diversa. Molto meno commerciale e molto meno affollato, il Cammino Primitivo parte dalle Asturie, a Oviedo, per snodarsi in circa 13-15 tappe fino a Santiago de Compostela, incrociando a Melide la via francese.

Il Cammino Primitivo, o de l’interior, è stato il mio secondo Cammino. Purtroppo avevamo pochi giorni di ferie a disposizione, pertanto abbiamo accorpato alcune tappe riuscendo a percorrerlo, non senza sforzi, in soli 10 giorni.

Il tempo di aprile è stato inclemente: vento, pioggia, grandine, fango.

Spesso ho camminato completamente sola.

Durante il Cammino, a Lugo, ho appreso della morte della cara zia Pina. Ho portato la zia nel cuore fino a Santiago e, là, ho pregato San Giacomo di prenderla con sé e accompagnarla in cielo.

Ho conosciuto bellissime persone, tra cui Juanjo e Julian, due cari amici spagnoli che mi hanno accompagnata e sostenuta durante il percorso.

Si dice che “chi va a Santiago senza passare dal Salvador, onora il Servo e non il Signor“, intendendo la chiesa del Salvador di Oviedo come tappa prioritaria prima di arrivare a Santiago (dove si venera San Giacomo).

Quindi, il mio secondo Cammino non poteva che partire da Oviedo… ed essere de l’interior!

 

Le tappe

1. OVIEDO-CORNELLANA
2. CORNELLANA – TINÉU/TINEO
3. TINEO – POLA DE ALLANDE
4. POLA DE ALLANDE – GRANDAS DE SALIME
5. GRANDAS DE SALIME – A FONSAGRADA
6. A FONSAGRADA – CASTROVERDE
7. CASTROVERDE – LUGO
8. LUGO – AS SEIXAS
9. AS SEIXAS – ARZUA
10. ARZUA – SANTIAGO DE COMPOSTELA

Reportage sul Cammino di Santiago – Il Quotidiano

Santiago – L’intervista

Articolo_Santiago_Il_Quotidiano

Interessante speciale a cura del giornalista Bruno Gemelli, pubblicato su “Il quotidiano della Calabria” giorno 8 dicembre 2013

Il giornalista Bruno Gemelli mi intervista con riferimento all’esperienza del Cammino di Santiago effettuato nel 2012 con partenza dalla Francia (Saint Jean Pied de Port) e arrivo a Santiago de Compostela.

Bruno Gemelli pone delle domande interessanti che mi permettono di dare informazioni utili a chi si accinge a partire o a chi semplicemente ci sta facendo un’idea.

Finalmente in Calabria si inizia a parlare di Cammini, anche grazie alla professionalità del bravo giornalista Bruno Gemelli.

Cammino di Santiago 2012 – Indice

L’idea del cammino
La preparazione dello zaino
Le credenziali
La partenza
Roma-Saint Jean Pied de Port

Le tappe
Saint Jean Pied de Port – Roncisvalle
Roncisvalle-Zubiri
Zubiri-Pamplona
Pamplona-Puente La Reina
Peunte La Reina-Estella
Estella-Torres del Rio
Torres del rio-Logrono
Logrono-Najera
Najera-Redecilla del Camino
Redecilla del Camino-San Juan Ortega
San Juan de Ortega – Burgos
Burgos-Hontanas
Hontanas-Boadilla del Camino
Boadilla del Camino – Carrion de los Condes
Carrion de los Condes – Moratinos
Moratinos – El Burgo Ranero
El Burgo Ranero – Leon
Leon – San Martin del Camino
San Martin del Camino – Astorga
Astorga – Foncebadon
Foncebadon – Ponferrada
Ponferrada – Villafranca del Bierzo
Villafranca del Bierzo – O Cebreiro
O Cebreiro – Triacastela
Triacastela – Sarria
Sarria – Portomarin
Portomarin – Palas de Rei
Palas de Rei – Arzùa
Arzùa – Arca do Pino (O Pedrouzo)
Arca do Pino (O Pedrouzo) – Santiago de Compostela

Epilogo
Santiago de Compostela – Todo se cumple!
Puente Maceira – Muxia – Finisterre
A casa

Reportage il Quotidiano

A casa.

Abbiamo lasciato Santiago lunedì mattina.
Un’ultima occhiata ai tetti della città dalla nostra cella clastrale. Un’ultima visita al santo che ci ha accompagnate sulla via.
Poi all’aeroporto. Abbiamo volato fino a Madrid e poi da Madrid a Roma. A Roma ci viene a prendere Francesca, mia cara amica di infanzia. E’ bello trovare un volto caro. Quindi, abbiamo consumato insieme la cena a casa sua e poi ci ha accompagnate all’autobus.
Dopo una notte di autobus, ecco all’alba il mare di Crotone che si staglia ai nostri occhi.
Ci viene a prendere mio padre, un rapido passaggio da mamma per un saluto ed una colazione.
Poi a casa, dopo un mese.
Poso lo zaino a terra, mi tolgo le scarpe consunte e bucate.
La casa è linda e ordinata, è passato il ciclone mamma. Sul frigo un messaggio di benvenute lasciato dai miei genitori con l’alfabeto magnetico.
Chiudo la porta dietro di me. Un senso di malinconia mi pervade. Domani si torna in ufficio, riprendono gli impegni quotidiani, ritorna la necessità di indossare una maschera, di recitare un ruolo.
Dopo un mese di autenticità e sobrietà è dura.
Un viaggio finisce, uno comincia.
Ripenso già al prossimo Cammino…

Cammino di Santiago 2012 – Indice

L’idea del cammino
La preparazione dello zaino
Le credenziali
La partenza
Roma-Saint Jean Pied de Port

Le tappe
Saint Jean Pied de Port – Roncisvalle
Roncisvalle-Zubiri
Zubiri-Pamplona
Pamplona-Puente La Reina
Peunte La Reina-Estella
Estella-Torres del Rio
Torres del rio-Logrono
Logrono-Najera
Najera-Redecilla del Camino
Redecilla del Camino-San Juan Ortega
San Juan de Ortega – Burgos
Burgos-Hontanas
Hontanas-Boadilla del Camino
Boadilla del Camino – Carrion de los Condes
Carrion de los Condes – Moratinos
Moratinos – El Burgo Ranero
El Burgo Ranero – Leon
Leon – San Martin del Camino
San Martin del Camino – Astorga
Astorga – Foncebadon
Foncebadon – Ponferrada
Ponferrada – Villafranca del Bierzo
Villafranca del Bierzo – O Cebreiro
O Cebreiro – Triacastela
Triacastela – Sarria
Sarria – Portomarin
Portomarin – Palas de Rei
Palas de Rei – Arzùa
Arzùa – Arca do Pino (O Pedrouzo)
Arca do Pino (O Pedrouzo) – Santiago de Compostela

Epilogo
Santiago de Compostela – Todo se cumple!
Puente Maceira – Muxia – Finisterre
A casa

Reportage il Quotidiano

Chilometro zero: Puente Maceira – Muxia – Finisterre

In realtà questo è un piccolo excursus della gita intrapresa in autobus.
Infatti, visti i tempi ristretti non prevediamo di raggiungere a piedi Finisterre (servirebbero almeno altri tre giorni di Cammino ed un altro per il viaggio, mentre io devo riprendere il lavoro). Così, direttamente al Pinario, compro una gita. Con 36 euro ti portano in giro un pomeriggio: Puente Maceira, Muxia, Finisterre.
Prima tappa Puente Maceira, sul fiume Tambre, dove possiamo ammirare i mulini ad acqua. Sull’autobus c’è una guida che ci spiega che gli alberi di eucalipto non sono autoctoni. Sono stati portati dai missionari ed hanno quasi invaso tutto. Ci mostra il più grande horreos esistente e ci parla delle megas, le streghe antichi punti di riferimento delle società matriarcali. Ci racconta quindi dei celti che anticamente abitavano queste terre e del Cammino di Santiago come metafora della rinascita a nuova vita.
A Muxia vediamo enormi massi, prima venerati in epoca pre-cristiana (leggenda di San Giacomo che avrebbe voluto abbandonare la sua missione ma poi sarebbe apparsa la Madonna su una “barca di pietra” per indurlo a proseguire). C’è una Chiesa ma, come al solito, è chiusa. Muxia è molto bella e vediamo le signore che si contorcono per passare sotto un masso che dicono essere miracoloso.
A Finisterre vediamo il faro ed il promontorio. In lontananza qualche pellegrino continua l’ascesa a piedi sotto il peso del suo zaino. Finisterre è il chilometro zero, il punto di arrivo ma anche quello di partenza.

 

Cammino di Santiago 2012 – Indice

L’idea del cammino
La preparazione dello zaino
Le credenziali
La partenza
Roma-Saint Jean Pied de Port

Le tappe
Saint Jean Pied de Port – Roncisvalle
Roncisvalle-Zubiri
Zubiri-Pamplona
Pamplona-Puente La Reina
Peunte La Reina-Estella
Estella-Torres del Rio
Torres del rio-Logrono
Logrono-Najera
Najera-Redecilla del Camino
Redecilla del Camino-San Juan Ortega
San Juan de Ortega – Burgos
Burgos-Hontanas
Hontanas-Boadilla del Camino
Boadilla del Camino – Carrion de los Condes
Carrion de los Condes – Moratinos
Moratinos – El Burgo Ranero
El Burgo Ranero – Leon
Leon – San Martin del Camino
San Martin del Camino – Astorga
Astorga – Foncebadon
Foncebadon – Ponferrada
Ponferrada – Villafranca del Bierzo
Villafranca del Bierzo – O Cebreiro
O Cebreiro – Triacastela
Triacastela – Sarria
Sarria – Portomarin
Portomarin – Palas de Rei
Palas de Rei – Arzùa
Arzùa – Arca do Pino (O Pedrouzo)
Arca do Pino (O Pedrouzo) – Santiago de Compostela

Epilogo
Santiago de Compostela – Todo se cumple!
Puente Maceira – Muxia – Finisterre
A casa

Reportage il Quotidiano

 

Santiago de Compostela – Todo se cumple!

Domani ripartiremo. Oggi è un giorno dedicato alla visita di Santiago.
Ritorniamo alla cattedrale, la esploriamo con calma compiendo i riti che ieri, per la mancanza di tempo, non abbiamo potuto espletare, in particolare l’abbraccio al santo e la visita alla tomba.
Ma facciamo anche un giro per la città, scoprendo le bellezze note e meno note.
Da piazza dell’Obradoiro ci mostriamo sulla webcam puntata sulla cattedrale, da casa i miei fratelli, faticando a distinguerci, ci vedono che ci sbracciamo a salutare. In diretta web, che cosa simpatica.
Siamo a Santiago. Todo se cumple.
Le emozioni sono troppo forti. Inesprimibili.
Più di 800 km a piedi tra monti, valli, boschi, sentieri.
Con il sole cocente e con la pioggia, con il vento e l’arsura.
Ripensi ai dolori ai piedi ed alle gambe, alla sete ed allo sfinimento e tutto sembra cancellato, come in un parto, quando, dopo la spinta finale e le urla del neonato, i dolori laceranti sembrano non esserci mai stati.
Siamo le partorienti o siamo il neonato? Forse entrambe le cose. Con sacrificio e fatica abbiamo dato vita ad una nuova persona, abbiamo visto il sole che tramontava a Finisterre, consapevoli che domani risorgerà illuminando noi, due persone nuove.
Buen Camino per la vita!

 

Cammino di Santiago 2012 – Indice

L’idea del cammino
La preparazione dello zaino
Le credenziali
La partenza
Roma-Saint Jean Pied de Port

Le tappe
Saint Jean Pied de Port – Roncisvalle
Roncisvalle-Zubiri
Zubiri-Pamplona
Pamplona-Puente La Reina
Peunte La Reina-Estella
Estella-Torres del Rio
Torres del rio-Logrono
Logrono-Najera
Najera-Redecilla del Camino
Redecilla del Camino-San Juan Ortega
San Juan de Ortega – Burgos
Burgos-Hontanas
Hontanas-Boadilla del Camino
Boadilla del Camino – Carrion de los Condes
Carrion de los Condes – Moratinos
Moratinos – El Burgo Ranero
El Burgo Ranero – Leon
Leon – San Martin del Camino
San Martin del Camino – Astorga
Astorga – Foncebadon
Foncebadon – Ponferrada
Ponferrada – Villafranca del Bierzo
Villafranca del Bierzo – O Cebreiro
O Cebreiro – Triacastela
Triacastela – Sarria
Sarria – Portomarin
Portomarin – Palas de Rei
Palas de Rei – Arzùa
Arzùa – Arca do Pino (O Pedrouzo)
Arca do Pino (O Pedrouzo) – Santiago de Compostela

Epilogo
Santiago de Compostela – Todo se cumple!
Puente Maceira – Muxia – Finisterre
A casa

Reportage il Quotidiano

Arca do Pino (O Pedrouzo) – Santiago de Compostela

30.06.2012

Sveglia alle 5.00 di mattina e partenza alle sei. Appena mettiamo piede fuori dalla porta della Pension non riusciamo ad orientarci. E’ buio e non ci sono indicazioni. Percorriamo un centinaio di metri ma ci rendiamo conto che procediamo al contrario quando vediamo uscire da un’altra pensione una pellegrina che avanzava nella nostra direzione. E’ americana e, nel tratto che percorriamo insieme, ci racconta di essere stata suora e di essersi spogliata. E’ solare e piacevole, però al primo bar si ferma per fare colazione. Noi, vista la fila, proseguiamo, optando per una colazione spartana e fai-da-te a base di bevanda energetica e pane con marmellata (sempre risorse avanzate dai giorni precedenti che riusciamo a reperire nello zaino!!!). Intanto, inizia a sorgere il sole e le sagome dei pellegrini che prima camminavano nel buio, iniziano a definirsi.
Giungiamo a Lavacolla, luogo in cui, grazie alla presenza di un fiume, in passato i pellegrini si fermavano a lavarsi, per fare il loro ingresso a Santiago nel modo più dignitoso.
Nel centro abitato ci fermiamo per un caffè. La scelta era tra il Bar Botana ed il Bar Concha… in quella che sembra più una scelta di vita, optiamo per la seconda soluzione!
Al Monte do Gozo (il monte della gioia), quando Santiago inizia a comparire all’orizzonte, le prime lacrime spingono per uscire… ma non è ancora tempo. Da lontano vediamo la famosa scultura eretta in occasione della visita di Giovanni Paolo II ma non ci avviciniamo perché c’è una sorta di raduno con centinaia di ciclisti… ormai non sopportiamo più la confusione.
Con passo determinato andiamo avanti scendendo, fino ad entrare nella periferia di Santiago. Leggere i cartelli segnaletici è già una grande emozione, ma mancano ancora diversi chilometri per arrivare al Casco Antico (zona antica della città).
Proseguiamo con ansia ed emozione tra le strade che si trasformano piano piano da moderne ad antiche, quasi facendoti fare un salto indietro nel tempo. Qui è festa oggi, così, i vicoli della città antica sono colorati di bancarelle e popolati di saltimbanchi in costume.
Camminiamo tra la gente, quasi stordite, ma determinate. Fino a quando non sentiamo le cornamuse ed i tamburi, è musica celtica, suonata da artisti di strada sotto un arco. Passiamo sotto l’arco con una colonna sonora da sogno e appena svoltiamo l’angolo, davanti a noi e sulla sinistra si apre in tutta la sua vastità la Piazza dell’Obradoiro. Ci voltiamo ed ecco la Cattedrale con le sue guglie e le sue cancellate, con i 33 gradini ed il flusso di colorati pellegrini che ascende. Sento ancora le cornamuse quando mi prostro a baciare a terra, sotto il peso del mio zaino, tra le lacrime di gioia. Piangiamo e ci abbracciamo, ci abbracciamo e ridiamo. La gioia è incontenibile!
Ci rechiamo al Seminario Maior San Martin del Pinario (praticamente di fronte l’entrata laterale della Cattedrale), prenotato da mesi. E’ l’unica struttura che abbiamo prenotato, non ci sembrava onesto affrontare un Cammino prenotando tutte le strutture in cui soggiornare, eppure molti lo fanno.
Scopriamo che la prenotazione per errore, anziché per una doppia, è per due singole. Così dormiamo separate, quello che inizialmente ci sembra triste è forse l’ultima tappa di un viaggio che è, prima di tutto, individuale. Probabilmente domani riusciranno a darci una doppia ma stanotte, in queste cellette spartane risalenti a secoli fa, ci tocca stare con noi stesse. Le finestre danno sui tetti di Santiago, si vedranno le stelle; la Via Lattea (con cui spesso si indica il Cammino di Santiago) è sopra di noi.
Ci rechiamo all’Ufficio del pellegrino dove controllano le nostre credenziali e, con tanti complimenti, la nostra Compostela con i nomi in latino. Le domande del personale dell’Ufficio lasciano intendere stupore: “Da Saint Jean?!? E’ la prima volta? Lo rifarete?”. Quien sabe, chi lo sa, rispondo io al’ultima domanda che, prima di tutto, è un interrogativo interiore.
Andiamo a Messa, una Messa piena di zaini, di scarpe logore, di pellegrini in lacrime. Durante la Messa altro momento emozionante: il rito del Botafumeiro, l’enorme incensiere che viene fatto ondeggiare per tutta la cattedrale da un gruppo di uomini in saio. Nel Medioevo veniva usato per profumare la cattedrale coprendo il puzzo dei pellegrini. Oggi vive il contrasto di un rito dalle antiche radici e di tutti gli smartphone alzati con cui viene ripreso.
Nella cattedrale rivediamo molti dei pellegrini incontrati frequentemente fin dalle prime tappe del percorso. Il ragazzo israeliano della cena Roncisvalle e, finanche, le sorelle italiane. Elide oggi compie 50 anni, anche lei piange.
Finita la Messa torniamo in stanza a mangiare in modo fai-da-te con i sobri resti dei giorni precedenti. Poi, andiamo in gita. Visti i tempi ristretti non prevediamo di raggiungere a piedi FInisterre (servirebbero almeno altri tre giorni di Cammino ed un altro per il viaggio, mentre io devo riprendere il lavoro). Così, direttamente al Pinario, compro una gita. Con 36 euro ti portano in giro un pomeriggio: Puente Maceira, Muxia, Finisterre. Ci sono altri pellegrini con noi. Arrivare a FInisterre, al chilometro zero, è emozionante. Da lì si vede l’Oceano, con le correnti che si uniscono da un lato e dall’altro della Punta. I gabbiani volano nel cielo terso ed il fumo dei vestiti bruciati dai pellegrini, secondo un’antica usanza, che ascende.
Qui tramonta il sole. E’ la fine del mondo o solo la fine di un altro giorno, il Cammino termina qui, ma domani inizierà un altro Cammino, quello della vita.
Al rientro dalla gita (ore 20:30), andiamo a cena presso “Casa Manolo”, ristorante suggerito da un’amica crotonese prima della partenza. Con 9 euro cadauna ci offrono del buon cibo.
Poi andiamo a nanna… Siamo stanche, troppe emozioni.

 

Cammino di Santiago 2012 – Indice

L’idea del cammino
La preparazione dello zaino
Le credenziali
La partenza
Roma-Saint Jean Pied de Port

Le tappe
Saint Jean Pied de Port – Roncisvalle
Roncisvalle-Zubiri
Zubiri-Pamplona
Pamplona-Puente La Reina
Peunte La Reina-Estella
Estella-Torres del Rio
Torres del rio-Logrono
Logrono-Najera
Najera-Redecilla del Camino
Redecilla del Camino-San Juan Ortega
San Juan de Ortega – Burgos
Burgos-Hontanas
Hontanas-Boadilla del Camino
Boadilla del Camino – Carrion de los Condes
Carrion de los Condes – Moratinos
Moratinos – El Burgo Ranero
El Burgo Ranero – Leon
Leon – San Martin del Camino
San Martin del Camino – Astorga
Astorga – Foncebadon
Foncebadon – Ponferrada
Ponferrada – Villafranca del Bierzo
Villafranca del Bierzo – O Cebreiro
O Cebreiro – Triacastela
Triacastela – Sarria
Sarria – Portomarin
Portomarin – Palas de Rei
Palas de Rei – Arzùa
Arzùa – Arca do Pino (O Pedrouzo)
Arca do Pino (O Pedrouzo) – Santiago de Compostela

Epilogo
Santiago de Compostela – Todo se cumple!
Puente Maceira – Muxia – Finisterre
A casa

Reportage il Quotidiano

Arzùa – Arca do Pino (O Pedrouzo)

Santiago 2012 – 29.06.2012

La semifinale si è conclusa 2-1 per l’Italia che, così, va in finale! Il partitone sarà domenica 1 agosto, speriamo di reperire un televisore!
Comunque la tappa odierna, tra i boschi di eucalipto, è stata piacevole, se non fosse stato per la gamba di Catia che non andava tanto bene… infatti io avrei voluto continuare fino a Santiago ma lei non se la sentiva.
La temperatura era fresca e, in molti tratti, ha anche piovuto.
Arrivate ad Arca il ragazzo dell’ufficio turistico, con grande gentilezza ci ha dato informazioni e prenotato una stanza doppia alla Pension Arca (circa 1,5 km più avanti). Così, percorrendo gli ultimi boschi, siamo arrivate a “O Pino” (O Pedrouzo) in una bellissima stanza con bagno e tv, pulitissima e moderna (40 euro).
Dopo una doccia ed uno spuntino col formaggio rimasto la sera prima siamo andate a fare un giro pensando, come ci aveva detto la signora della pensione, che tutto fosse chiuso per la festa di San Pedro… invece era tutto aperto! Così alla tienda abbiamo fatto provviste per la sera (non riusciamo più a sopportare il menù del pellegrino!) e, poi, abbiamo trascorso un po’ di tempo in completo relax in un parco a ridere, fumare e mangiare patatine fritte. Non lo diciamo ma dentro di noi l’adrenalina per l’ultima tappa si sente. E’ profondo il pensiero che domani tutto sarà completato e genera anche una sottile malinconia.
Quindi, siamo rientrate in stanza e, dopo una cena sostanziosa ma spartana, via a letto, domani ci si sveglia presto. Non prima senza dare uno sguardo alle credenziali che, fino al mese scorso candide e intonse, ora recavano i timbri più fantasiosi e l’usura che è tipica di chi ha vissuto con pienezza.
Non so perché ma Santiago sembra una calamita, più ti avvicini e più vorresti correre per arrivare, così hanno fatto in molti, unendo due tappe. Ma è bello anche godersi l’attesa e la lentezza, come una sorta di elastico tirato che si carica di energia per poi essere liberato all’improvviso: spero che questa energia ci resti per poterla liberare nelle nostre vite al rientro a casa.
Ps oggi un signore che apponeva i sellos ci ha spiegato che probabilmente non ci avrebbero dato la Compostela perché non avevamo due timbri al giorno… a noi, che siamo partite da Saint Jean Pied de Port?!? La notizia sul momento mi ha lasciato basita ma poi abbiamo scoperto che questa regola vale solo per chi percorre gli ultimi 100 km.
Pps Con l’avanzare delle tappe verso Santiago aumenta anche il numero dei pellegrini che le percorre, così anche il rischio di lasciarci le penne… oggi, infatti, abbiamo incontrato bene tre tombe di monumenti alla memoria di pellegrini morti. Certo, è un po’ triste morire la penultima tappa prima di Santiago…

Cammino di Santiago 2012 – Indice

L’idea del cammino
La preparazione dello zaino
Le credenziali
La partenza
Roma-Saint Jean Pied de Port

Le tappe
Saint Jean Pied de Port – Roncisvalle
Roncisvalle-Zubiri
Zubiri-Pamplona
Pamplona-Puente La Reina
Peunte La Reina-Estella
Estella-Torres del Rio
Torres del rio-Logrono
Logrono-Najera
Najera-Redecilla del Camino
Redecilla del Camino-San Juan Ortega
San Juan de Ortega – Burgos
Burgos-Hontanas
Hontanas-Boadilla del Camino
Boadilla del Camino – Carrion de los Condes
Carrion de los Condes – Moratinos
Moratinos – El Burgo Ranero
El Burgo Ranero – Leon
Leon – San Martin del Camino
San Martin del Camino – Astorga
Astorga – Foncebadon
Foncebadon – Ponferrada
Ponferrada – Villafranca del Bierzo
Villafranca del Bierzo – O Cebreiro
O Cebreiro – Triacastela
Triacastela – Sarria
Sarria – Portomarin
Portomarin – Palas de Rei
Palas de Rei – Arzùa
Arzùa – Arca do Pino (O Pedrouzo)
Arca do Pino (O Pedrouzo) – Santiago de Compostela

Epilogo
Santiago de Compostela – Todo se cumple!
Puente Maceira – Muxia – Finisterre
A casa

Reportage il Quotidiano

 

Palas de Rei – Arzùa

28.06.2012

Per evitare il caldo insopportabile di ieri, ci siamo svegliate molto presto (5,45) e, dopo una sostanziosa colazione in un bar affollato di pellegrini dell’ultimo miglio, siamo corse via per affrontare di petto questi 28,8 chilometri che un po’ ci intimorivano. Non senza prima qualche scatto fotografico con la statua dei “pellegrini danzanti”!
Anche grazie all’ibuprofene che spegneva i dolori articolari diffusi, siamo andate velocissime, in special modo Catia che mi lasciava sempre “a piedi” come si suole dire, generando in me sentimenti di rabbia e dispiacere.
Da ricordare il passaggio a Melide dove abbiamo comprato e poi gustato alcune prelibatezze locali: il Pan de Melide (simile alla nostra pitta); i Rico (biscottti alle mandorle) e le melindras (biscotti all’uovo ricoperti di glassa di zucchero). Erano le 10 di mattina, quindi un po’ presto per il famoso pulpo gallego che speriamo di gustare a Santiago. A Melide abbiamo anche comprato i primi souvenir (prima evitati per non incidere troppo sul peso degli zaini), tra l’altro anche 2 magliette per ciascuna e alcuni magneti, nonché due toppe di stoffa raffiguranti le segnalazioni blu e gialle del Cammino di Santiago da cucire sullo zaino al nostro rientro… ormai mancano solo 37 km a Santiago.
Il tragitto odierno è stato molto bello, percorso tra boschi di pini e abeti e poi di eucalipto, sembrava un bosco incantato, anche perché spesso la strada scorreva tra pareti rocciose coperte di muschio.
Davanti a noi camminava un papà con una bimba down, grande tenerezza, grande esempio di vita.
L’arrivo ad Arzua è stato preceduto da una piccola sosta gastronomica: 3 km prima, ci siamo fermati in una specie di tavola calda circondata dal prato a degustare una saporita empanada di tuna per me e di bacon per Catia. Abbiamo scherzato con altri due pellegrini sulla sorte della sfida calcistica degli europei e , quindi, abbiamo ripreso il Cammino.
Ad Arzua abbiamo trovato una buona pensione per 40 euro la doppia, una camera pulita, moderna e con tv. Dopo i problemi dermatologici di Catia abbiamo cercato di evitare luoghi scarsamente igienici, anche a costo di pagare un po’ di più
Dopo una doccia ristoratrice e un po’ di riposo, siamo andate all’Euroski (catena di supermercati spagnola) per fare provviste: frutta, bibite energetiche, pane e formaggio locale (Arzua produce così tanto formaggio che fanno anche una “festa del formaggio”!). Una siesta ad una panchina è stata disturbata dal solito zoticone che ha lanciato una sigaretta accesa dalla finestra, caduta su di me e poi sulle nostre borsette di nylon che si sono un po’ bucate. Infatti, in Spagna molti cittadini sono un po’ incivili e buttano tutto per terra, per non parlare dei filoncini di pane, trasportati per la città senza busta né altro rivestimento, direttamente sotto il braccio.
Poi, siamo rientrate in stanza per assistere alla semifinale di Eurocopa Italia – Germania. Speriamo di vincere, poiché la finale sarà la sera dell’1 agosto, quando noi saremo a Santiago!

Cammino di Santiago 2012 – Indice

L’idea del cammino
La preparazione dello zaino
Le credenziali
La partenza
Roma-Saint Jean Pied de Port

Le tappe
Saint Jean Pied de Port – Roncisvalle
Roncisvalle-Zubiri
Zubiri-Pamplona
Pamplona-Puente La Reina
Peunte La Reina-Estella
Estella-Torres del Rio
Torres del rio-Logrono
Logrono-Najera
Najera-Redecilla del Camino
Redecilla del Camino-San Juan Ortega
San Juan de Ortega – Burgos
Burgos-Hontanas
Hontanas-Boadilla del Camino
Boadilla del Camino – Carrion de los Condes
Carrion de los Condes – Moratinos
Moratinos – El Burgo Ranero
El Burgo Ranero – Leon
Leon – San Martin del Camino
San Martin del Camino – Astorga
Astorga – Foncebadon
Foncebadon – Ponferrada
Ponferrada – Villafranca del Bierzo
Villafranca del Bierzo – O Cebreiro
O Cebreiro – Triacastela
Triacastela – Sarria
Sarria – Portomarin
Portomarin – Palas de Rei
Palas de Rei – Arzùa
Arzùa – Arca do Pino (O Pedrouzo)
Arca do Pino (O Pedrouzo) – Santiago de Compostela

Epilogo
Santiago de Compostela – Todo se cumple!
Puente Maceira – Muxia – Finisterre
A casa

Reportage il Quotidiano

Portomarin – Palas de Rei

27.06.2012

Oggi 25 km di saliscendi, non eccessivi ma a nostra impressione interminabili, probabilmente complice il gran caldo.
Altri paesi maleodoranti di sterco di vacca e caratteristici horreos, unico ristoro della tappa i piedi ammollo in un’apposita fontana per piedi pellegrini, circondata da grandi sculture di formiche giganti in metallo.
Altro positivo episodio odierno, il passaggio da “La fuente del peregrino” un punto di ristoro gratuito gestito da una associazione cristiana. C’erano volontari da tutto il mondo, finanche dalla Virginia (Usa) che, avendo qualche settimana di ferie, hanno pensato per mettersi al servizio dei pellegrini per “riflettere l’amore di Dio”. Che carini, ci hanno regalato anche dei sacchetti trasparenti porta-credenziali e dei cd informativi; noi abbiamo ricambiato con un piccolo donativo.
Giunti a Palas de Rei, tutto era chiuso. Riusciamo a trovare una doppia in una modesta pensione a 30 euro, molto spartana e un po’ puzzolente di vecchio e di polvere.
Dopo la doccia ed un po’ di siesta, un salto alla tienda per comprare da bere e poi relax. Sui gradini di una chiesa beviamo Kas e parliamo con il pellegrino tedesco dinoccolato incontrato a Redecilla.
Purtroppo, abbagliate dall’annuncio dell’arroz con pulpo e calamares, entriamo in un ristorate che faceva letteralmente schifo.
Il riso, che avrebbe dovuto essere con polpo e calamari, in realtà era pieno di peperoni e cipolla; il salmone alla piastra non era che una soletta congelata; per non parlare delle patate: mai viste patate così incartapecorite! Il tutto condito da finta acqua minerale riempita con acqua di rubinetto. Per il dolce, compreso nel prezzo, abbiamo preferito evitare cibi fatti in casa, optando per una fetta di viennetta (9 euro cadauno per un pessimo menù pellegrino).
Poi abbiamo fatto ritorno alla pensione, facendo un salto all’annesso ristorante per vedere la semifinale Spagna-Portogallo. I gestori, pur intuendo che avevamo cenato altrove, ci hanno fatto accomodare gentilmente ad un tavolo. Poi dovevano chiudere, poverini, e non abbiamo visto neanche supplementari e rigori. Quindi a nanna.
Il tempo, ora, sembra veramente fuggire. Il nostro animo è gioioso e positivo, Santiago è alle porte!

Cammino di Santiago 2012 – Indice

L’idea del cammino
La preparazione dello zaino
Le credenziali
La partenza
Roma-Saint Jean Pied de Port

Le tappe
Saint Jean Pied de Port – Roncisvalle
Roncisvalle-Zubiri
Zubiri-Pamplona
Pamplona-Puente La Reina
Peunte La Reina-Estella
Estella-Torres del Rio
Torres del rio-Logrono
Logrono-Najera
Najera-Redecilla del Camino
Redecilla del Camino-San Juan Ortega
San Juan de Ortega – Burgos
Burgos-Hontanas
Hontanas-Boadilla del Camino
Boadilla del Camino – Carrion de los Condes
Carrion de los Condes – Moratinos
Moratinos – El Burgo Ranero
El Burgo Ranero – Leon
Leon – San Martin del Camino
San Martin del Camino – Astorga
Astorga – Foncebadon
Foncebadon – Ponferrada
Ponferrada – Villafranca del Bierzo
Villafranca del Bierzo – O Cebreiro
O Cebreiro – Triacastela
Triacastela – Sarria
Sarria – Portomarin
Portomarin – Palas de Rei
Palas de Rei – Arzùa
Arzùa – Arca do Pino (O Pedrouzo)
Arca do Pino (O Pedrouzo) – Santiago de Compostela

Epilogo
Santiago de Compostela – Todo se cumple!
Puente Maceira – Muxia – Finisterre
A casa

Reportage il Quotidiano