Archivi categoria: Escursioni in Calabria

Parco nazionale del Pollino – La Fagosa e Civita

Parco Nazionale del Pollino, Autunno 2017 – Austeri i grigi tronchi accompagnano il viandante sul sentiero. Poi, lo sterrato si incurva e l’Autunno esplode. Colori saturi si stagliano alla vista: una tavolozza di foglie rosse, gialle, arancio, si mescolano a rami ancora verdi, svettando sull’orizzonte ceruleo.
In fondo, tra le colline, il riflesso del mar Ionio che abbraccia la Piana di Sibari.
Come le mille espressioni di un pittore, così ci è apparso il Pollino in occasione dell’escursione organizzata dalla Sezione di Cosenza della Lipu, lo scorso 29 ottobre 2017.
Partiti da Crotone alla volta di Cosenza e, da qui, facendo rotta verso Civita, imbocchiamo la strada in salita sulla sinistra prima del paese. In breve, affascinati dai panorami autunnali, giungiamo a Colle Marcione (1227 metri).
E’ un bel gruppo, formato da camminatori dai 4 anni in su!
Da qui, ci avviamo per una ventosa passeggiata tra i boschi della Fagosa (la distesa di faggi che colora i pianori sopra Civita), passando per Piano di Ratto piccolo, con arrivo alla Fontana del Principe. Sono solo pochi chilometri ma l’Autunno sfoggia il meglio dei suoi colori.
La natura ci accoglie mostrandoci la serena giornata di una mucca con i suoi vitellini e la festosa presenza di alcuni cavalli liberi.
Consumiamo il pranzo a sacco e imbocchiamo la strada del ritorno.
Prima di rimetterci in strada alla volta di Crotone, non poteva mancare una visita a Civita e, in particolare, al caratteristico Ponte del Diavolo, che, precario nella sua solidità, si erge tra le pareti rocciose delle Gole del Raganello. Civita è un ridente ed ordinato paesino che ricorda con orgoglio le proprie origini albanesi, tributando i dovuti onori all’eroe Giorgio Castriota Skanderbeg, noto per aver bloccato l’avanzata dei turchi-ottomani in Europa.
Rientrare tra le quattro mura delle nostre abitazioni è come uscire dal quadro di un pittore per entrare in un film in bianco e nero.
Allora restiamo ancora un po’ in silenzio proseguendo il sentiero dentro le nostre profondità.
L’Autunno è transizione: colori forti prima dei tenui cromatismi invernali, l’esplosione della vita prima della trasformazione che ciascuno coinvolge. Perché tutti, come ricorda Ungaretti, siamo soldati che stanno “come d’autunno sugli alberi le foglie”.

Fantino – Paese fantasma in cui vivono i segni del tempo

Fantino, paese fantasma, è un affascinante borgo abbandonato sito, in Calabria, tra i comuni di Caccuri (provincia di Crotone) e San Giovanni in Fiore (provincia di Cosenza).
Ho visitato il borgo il 14/10/2017, in occasione di un’uscita fotografica guidata dalla bravissima Daniela Sidari, in occasione del suo workshop “Catturare i rintocchi del tempo”. E a Fantino percepire i rintocchi del tempo è facile. Passando dalle case più moderne in cui vivono ancora gli ultimi 4 abitanti, al contiguo borgo abbandonato sembra di entrare in una dimensione onirica. Sulle vecchie pietre seicentesche degli edifici si posano oggetti di uso comune degli anni Sessanta e dei giorni nostri.

Una giacca appesa ad una vecchia porta, come se il proprietario dovesse tornare a riprenderla da un momento all’altro.
Una coppia di padelle arrugginite, divenute ormai un tutt’uno con il tavolato che le sorregge. Alcuni maglioni colorati ed una vecchia corda consunta.
Ma anche una cucina, vecchi materassi, i resti di un fuoco in quello che doveva essere un vecchio soggiorno.
All’esterno del borgo ed all’interno delle case la natura irrompe, riconquistando i suoi spazi: un tappeto verde chiude l’accesso a due usci, un camino è ormai avvolto dai cespugli. In alto, squarci di cielo azzurro e di nuvole diventano il nuovo, infinito soffitto… a ricordare i versi di una vecchia canzone.

Non si può accedere a quello che ormai è il regno della natura: il pavimento crolla sotto il peso del visitatore, come se l’oggi, il momento presente, fosse un carico troppo pesante per ciò che resta del passato.

Fantino, edificato nel 1600, trova il suo massimo sviluppo negli anni ’60, per spopolarsi (quasi) interamente nel 2000, divenendo un paese fantasma. I pochi che ancora vi abitano sono gentili ma schivi e non amano farsi ritrarre.

Ciò che resta è, allora, l’impressione di un paese fantasma sul quale il tempo ha posato il suo inesorabile sguardo, fossilizzando le ultime emozioni umane. Con la sua lava inarrestabile, il tempo ha reso Fantino una nuova Pompei bucolica, in cui la vita sembra sospesa.

Chissà se ritornerà il pastore a riprendere la sua giacca dall’uscio; la massaia a far sfrigolare l’olio sul fuoco; i bambini ad allietare con l’eco di risa argentine la quiete vallata sottostante…
Sognando un universo parallelo in cui Fantino non è contrasto di vecchio e nuovo ma vita dirompente, proviamo a lasciare qualche impressione in qualche pugno di immagini fotografiche. Fermiamo nuovamente il tempo… ed ecco a voi: Fantino.

Altre escursioni in Calabria

Cammino della Magna grecia – Video Le Castella/Crotone

Cammino della Magna Grecia.
In questo video vengono elaborate le immagini del percorso a piedi compiuto da me (Claudia) e Domenico, sulla seconda tappa del nascente Cammino della Magna Grecia. Il percorso è stato svolto il 5 gennaio 2017, snodandosi da Le Castella fino a Capo Rizzuto per un totale di circa 15 km in condizioni meteo disagevoli. Eppure proprio l’alternarsi delle nubi al sole e alla pioggia ha creato colori e i riflessi inediti immortalati in queste immagini.
Nonostante le condizioni meteorologiche fossero proibitive ci siamo avventurati ugualmente nel percorrere la seconda tappa del Cammino della Magna Grecia.
E’ stato è proprio il meteo altalenante a riservarci grandi sorprese a livello paesaggistico. Restano indimenticabili i riflessi di luci e ombre sul mare, le gocce di pioggia sull’arenile, le nubi cariche e multiformi.
Su questa pagina il racconto dell’esperienza.

Cammino della Magna Grecia II- Le Castella-Capo Rizzuto

Riprendiamo il Cammino della Magna Grecia per testare la seconda tappa sul tragitto che va da Le Castella a Capo Rizzuto.
Ci svegliamo presto io e Domenico in questo giorno di vigilia dell’Epifania. Il tempo è molto incerto, ma promette luci e colori ineguagliabili, così decidiamo di procedere ugualmente con un’altra tappa del nostro Cammino.
Dopo una piccola sosta caffè giungiamo presso il Castello Aragonese di Le Castella, dove partiamo incorniciati da un inaspettato arcobaleno. Ci mette poco Domenico ad accostare i colori sgargianti al segno della promessa di pace che Dio ha fatto agli uomini. Pertanto, ci avviamo con i migliori auspici.
Dopo aver superato il porto turistico di Le Castella procediamo verso il Villaggio Tucano, che superiamo procedendo in cammino direttamente in spiaggia. I riflessi del sole sul mare sono incantevoli tanto che, nonostante l’inconsueto vento freddo di questi giorni, ci sembra quasi di fluttuare tra la sabbia rossa e le squame argentee del mare.
Proseguiamo addentrandoci sulla costa e percorriamo sentieri in terra battuta che si snodano tra campi di eucaliptus e le pinete della località Sovereto.
Il percorso non è lineare né pulito e così Domenico avanza aprendo la strada, superando tronchi di alberi caduti e dettando le pause ristoro che contraddistinguono le nostre camminate. Ci sediamo per un autoscatto sulla nostra scalinata di Piazza di Spagna… è fatta del verde delle foglie e delle sfumature di grigio e marrone della corteccia degli alberi… ma a noi piace così!
Scendiamo di nuovo in spiaggia e il sole ci trafigge con i suoi timidi ma definiti raggi che si fanno strada tra la pioggia.
Il nostro andare viene interrotto dal letto di un fiume in piena. Dobbiamo riaddentrarci sulla costa in cerca di un guado che non arriva. Domenico ha qualche momento di scoraggiamento finché non intravvediamo i resti di un ponticello crollato e, facendoci strada tra fitti canneti e oltrepassando tronchi caduti con gesti atletici degni di Indiana Jones, giungiamo dall’altro lato del fiume in località Capopiccolo.
Nei pressi del ristorante Il cavalluccio incontriamo un labrador nero che ci accompagnerà fino alla meta, lo chiamiamo Santiago in onore del nostro comune protettore.
Continuiamo il nostro Cammino verso Capo Rizzuto. Il Castello di le Castella è ormai solo un puntino sul promontorio che emerge in lontananza tra le nuvole e la corona di raggi di sole.
Il mare adesso ha riflessi variegati dall’azzurro all’indaco, dal verde al lilla. Il sole fa capolino quanto basta per saturare il cielo di un azzurro incantevole per poi lasciare il posto ad una scrosciante pioggia.
I passi sono accompagnati dai nostri colloqui: è sempre un piacere discorrere con Domenico. Le sue parole sono sagge e ispiratrici di pazienza. Il suo passo sempre attento alle esigenze altrui. La sua mano sempre pronta a tendersi nel gesto dell’aiuto. Il suo zaino sempre prodigo di vivande da lui stesso preparate. Non si può desiderare un compagno di viaggio migliore, non si può immaginare un amico più speciale.
Con passo fermo arriviamo alla meta. Capo Rizzuto è oggi la nostra Finisterre. “Anche nell’immensità si incontra Dio” afferma Domenico. E probabilmente è così: il silenzio rotto solo dalla danza vorticosa delle onde e del vento, i colori saturi regalati da un giorno di pioggia inconsueto, il calore che emana dal nostro cuore, nonostante il freddo invernale che ci arrossa le gote: cos’è questo se non l’Infinito che alberga nel mortale, la spiritualità ancestrale dell’essere umano che si congiunge, in armonia, con la natura?
Siamo in tre quest’oggi: io, Domenico e il cane Santiago che ci scorta fino al Santuario per poi sparire in un attimo, ancor prima di salutarlo.
Sorridiamo soddisfatti… il modo migliore per affrontare un rigido giorno di pioggia non può che essere camminare insieme ad un amico nella natura…e questa è la migliore Epifania.

Video dell’escursione Anello della Fossiata

Video dell’escursione ad Anello intorno alla Fossiata, a Camigliatello (Calabria). Data: 3 gennaio 2017 – In compagnia di Domenico
Le temperature rigide, più del previsto, ci conducono a camminare con i piedi che affondano nella neve. Il nostro abbigliamento è essenziale ma adeguato e lo zaino quasi vuoto, rispetto agli standard abituali dei lunghi cammini. E’ in questo scenario da favola, tra le nebbie e le scale di grigio del paesaggio circostante, che si libera la mente e la parola fluisce irrefrenabile. Io e Domenico conversiamo molto, beandoci della natura circostante, rigida ma viva. Lo sforzo di procedere nella neve non rende meno bella l’escursione, anzi la arricchisce di maggiore determinazione.
Il bosco colorato di foglie rosse è la porta verso un mondo fantastico, a metà tra un incantevole giardino giapponese e l’ambientazione di una fiaba. Un mondo in cui tutto assume colori originali, inediti per la nostra Sila. Il silenzio e la solitudine, intorno, ci permettono di incontrare noi stessi e le zone d’ombra più profonde. Sono queste aree che il cammino ti fa raggiungere, senza timore o atteggiamenti giudicanti.
Procediamo ad anello lungo il sentiero reso ormai quasi invisibile dalla coltre bianca della neve.
Sono i passi nostri secchi e decisi a condurci al termine del percorso. La fine dell’anello ci riserva la visione del lago ghiacciato, con i suoi particolari colori e riflessi. Uno specchio magico da cui rientrare, come Alice, nella realtà del quotidiano.
Prima di rientrare, prendiamo una cioccolata bollente per riprendere calore e per ritrovare il coraggio di rimettersi in macchina, sulla strada che ci riporterà alle nostre abitazioni con la voglia sempre presente di nuove escursioni e di nuovi viaggi.

Musica:
Lord of the Land by Kevin MacLeod is licensed under a Creative Commons Attribution license (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Source: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1400022
Artist: http://incompetech.com/

a.D. 2017 – A camminare! L’Anello della Fossiata

Camminare tra gli alberi…. Avrei già voluto farlo la notte del 31 dicembre, per rimarcare ancora una volta il passaggio tra la vecchia me, quella vestita da casa e con le spalle piegate sui libri, malinconica e dai sentimenti struggenti, a quella nuova, scoperta sul percorso interiore verso Santiago, prima del 2012: attiva, sorridente e pronta ad essere colmata di spirito attraverso la natura. E quando mi riferisco al percorso verso Santiago intendo ancor prima di iniziare a camminare sui sentieri della Spagna del Nord, ma prima, nei due anni precedenti durante i quali il mio Cammino di Santiago l’ho sognato, desiderato, preparato. L’anelito che mi spingeva a camminare, sempre e dovunque, con uno zaino pieno di pesi e gli occhi pieni di orizzonti inesplorati.
Avrei voluto camminare l’1 gennaio per tirare fuori la Claudia dei boschi, quella col sorriso contagioso degli elfi.
Ma, si sa, le feste natalizie sommergono un po’ tutti, allora ho camminato il primo giorno utile, il 3 gennaio, e non potevo scegliere compagno migliore, l’amico Domenico, anche lui, come molti, tornato da Santiago con l’indomabile desiderio di camminare.
Domenico mi passa a prendere alle 7 e ci dirigiamo verso Camigliatello per poi fare rotta a destra verso il Centro Visita “Cupone”.
Lì lasciamo la macchina e iniziamo ad addentrarci sulla neve, tra la neve. Intorno solo silenzio: ci siamo solo noi e lo scroscio lieve dei nostri passi sulla neve ancora soffice.
Imbocchiamo il sentiero del corvo (seguendo le indicazioni Sentiero n.2) che ci porta su, fino al Cozzo del Principe.
L’ascesa è, come sempre, faticosa ed entusiasmante. Anche se il dislivello è minimo, la neve rallenta il nostro cammino. Alterniamo momenti di silenzio a discorsi profondi sulle nostre vite, su chi eravamo e chi siamo oggi, su Dio. E forse, come dice Domenico, è proprio Dio quello che si mette in contatto con noi mentre camminiamo: la sua parola è un grumo di neve che rompe l’abissale silenzio, il vento tra le fronde, due cerbiatti che saltano innocenti tra le nevi di gennaio. Tutti momenti vissuti che non si possono fotografare, perché “l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Il panorama sul Cozzo del Principe è ignoto, la giornata è nuvolosa e le nebbie coprono la vista del lago Cecita. Proseguiamo sul sentiero 2 iniziando la nostra discesa, non prima di una manciata di mandorle e di qualche arancia che Domenico premurosamente offre.
Oltrepassiamo il bosco degli Abeti rossi ed il Viale dei Larici. CI ritroviamo all’ingresso dell’Arboreto del Parco nazionale della Sila.
Lo superiamo immettendoci sulla strada statale. E’ ormai quasi l’una e l’amico Domenico, puntualmente tira fuori pane con sottoli e formaggio. Le scarpe sono ormai zuppe e la sosta ci congela il sudore sulla schiena.
Così riprendiamo subito il cammino seguendo la strada asfaltata fino al bivio per Longobucco, circa 6 km alla fine del percorso ad anello. Incrociamo poche macchine e diverse mandrie.
Al bivio svoltiamo a sinistra verso il ponte sul lago Cecita. Godiamo di qualche sparuto raggio di sole che ricopre di riflessi lo specchio del lago ghiacciato.
Ritorniamo alla Fossiata e con soddisfazione riprendiamo l’auto per rientrare a Crotone, ma non prima di una cioccolata calda a Camigliatello: è come se volessimo ritardare il rientro a casa. Strano… case riscaldate e linde ci sembrano ora fredde in confronto all’accoglienza di queste candide nevi; il pigiama uno strumento di tortura rispetto agli indumenti bagnati di ghiaccio sciolto, di sudore e di gioia.
E’ sempre così quando si cammina e, ancor più, quando hai accanto un vero pellegrino come Domenico che ti colma lo spirito col suo calore e la sua Fede.
Ciononostante, rientriamo a casa tra i colori di uno splendido tramonto e, come a Finisterre, già sappiamo che domani cammineremo di nuovo.

Per visualizzare il video dell’escursione cliccare sul seguente link:

Sila – Croce dei Laghi – escursione

Sila, Croce dei Laghi – L’escursione a piedi, organizzata dalla LIPU di Rende e condotta dalla guida Francesco Berardi, si è svolta il 13 08 2016.

Suggestiva e spettacolare si è snodata nel cuore del Parco Nazionale della Sila, su una delle principali vette della vasta dorsale del Montenero, lungo un sentiero che alterna giovani boschi di pino Laricio a radure panoramiche sul lago Arvo. Il sentiero si imbocca lasciando le auto in località Nocelle, raggiungibile dal bivio  di Silvana Mansio, sulla Strada statale 107, a circa un’ora da Crotone.
Scorci incantevoli dal paesaggio decisamente nordico da gustare in un meraviglioso cammino a piedi.

Il sentiero è facilmente percorribile e non particolarmente lungo, infatti la comitiva di camminatori è abbastanza variegata e comprende numerosi bambini.

Si gusta una buona colazione al sacco sotto la “croce dei Laghi”, distendendo lo sguardo a trecentosessanta gradi!

Infatti, dalla sommità dei Colli Perilli si gode un magnifico panorama che domina le intere vallate del lago Arvo e Ampollino e si scorgono le cime di monte Botte Donato, monte Coppo e Montenero e nei giorni di buona visibilità, si intravedono il Pollino e la Catena Costiera.

Camminare a piedi arricchisce l’anima e guarisce il corpo! Grazie alla LIPU di Rende ed alla guida Francesco Berardi che ci hanno regalato questa stupenda opportunità!

 

Video Cammino della Magna Grecia I tappa

Prima tappa del Cammino della Magna Grecia: Marinella-Capo Colonna I cuori pensanti tracciano la via. 06.08.2016

In questo video vengono riportati alcuni indimenticabili momenti di una mattinata vissuta in piena autenticità, insieme agli amici del gruppo “I cuori pensanti” e ad altri volontari.
La mattinata è iniziata con un momento di condivisione.  Grazie ad Adele abbiamo letto la splendida poesia di Erri de Luca “Considero Valore”.

“Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello
che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto” (Erri De Luca)

Poi abbiamo mosso i primi passi, partendo da Marinella.

Procedendo sulla sabbia, sulle scogliere e tra boschi di eucaliptus, ci siamo lasciati incantare dagli incantevoli riflessi del mare di agosto.

Nei pressi di Scifo, abbiamo trovato ristoro nelle acque del mar Ionio. Mai un bagno a mare fu più gradito.

Abbiamo proseguito nei pressi della vecchia fabbrica di liquirizia,  per giungere, quindi, a Capo Colonna.

La via è stata tracciata con il logo blu.

La tappa in questione è di circa 8 km e non presenta particolari difficoltà.

Per dare un’occhiata al progetto concreto, visita la seguente pagina:

L’idea di un Cammino della Magna Grecia

 

Audio Erri De Luca – Considero valore
Musica
Bumba Crossing by Kevin MacLeod is licensed under a Creative Commons Attribution license (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Source: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1500031
Artist: http://incompetech.com/

Rafting… sotto la cascata!

Rafting sul fiume Lao – Qualche frammento della discesa sul fiume Lao effettuata il 16.08.205. Il fiume Lao si trova a Papasidero, comune di circa settecento abitanti in provincia di Cosenza, situato nel bellissimo scenario della Riserva naturale della Valle del Fiume Lao e del Parco Nazionale del Pollino.

Il rafting non è particolarmente difficoltoso, al massimo c’è il rischio di cappottare e finire in acqua, ma si viene subito soccorsi dalle guide.

Ogni gommone è, infatti, organizzato su un team di 8 persone più un leader, posto in coda che comunica le istruzioni ai rematori.

Generalmente le istruzioni sono molto semplici e si riferiscono alle persone sedute nello stesso lato o all’intera compagine: destra avanti, sinistra fermi, tutti avanti…

Comandi spiegati chiaramente nel briefing pre-discesa.

L’esperienza è molto bella, anche perché le gole del fiume Lao sono uno scenario incantevole.

Nel piccolo video pubblicato si vede un momento di sosta, in cui la guida fa accostare il gommone per farci godere uno scorcio altrettanto incantevole.

Una piccola cascata gelida sotto la quale non possiamo che fare una piccola doccia!

Da notare che la maggior parte delle persone sul gommone non si conoscevano, eppure lo spirito di gruppo si crea immediatamente quando si nuota verso una direzione comune!

Altro video è presente sulla seguente pagina del blog:

Rafting sul fiume Lao

Rafting sul fiume Lao

Rafting sul fiume Lao presso Papasidero in provincia di Cosenza (16.08.2015)
Esperienza indimenticabile e resa più avventurosa dalla pioggia.
Vedere il magnifico Pollino da un’altra prospettiva non ha prezzo!
Di seguito qualche frammento dell’esperienza.

Ci troviamo a Papasidero, un comune di circa 700 abitanti in provincia di Cosenza (Calabria). Il Comune è situato nella Riserva naturale della Valle del Lao e in pieno Parco naturale del Pollino.

Ci vengono consegnate: mute, scarpine, casco e giubbotto e con l’autobus veniamo portati a circa 14 km di distanza, nei pressi della grotta del famoso Bos primigenius, incisione rupestre resa nota dai libri di storia.

Vengono fatti i team, generalmente di 8 persone più una guida e tutta la squadra porta il gommone in una discesa fino al fiume, per noi resa sdrucciolevole dalla pioggia insistente.

Dopo un momento di briefing in cui la guida ci spiega le semplici istruzioni… via in acqua!

La discesa è incantevole e non particolarmente difficoltosa, anche se non sono mancati i momenti di panico per l’incombere delle rocce o per aver assistito al ribaltamento di un altro gommone.

Tuttavia, nonostante nessuno di noi sul gommone avesse mai prima fatto rafting, lo spirito di squadra che si crea è incredibilmente forte!

La guida trova anche il tempo per farci provare l’emozione di una doccia fredda sotto la cascata.

Dopo circa due-tre ore si completa la discesa fino a Papasidero, dove risaliamo a fare una doccia e ripartire, portando nel cuore un’esperienza unica e assolutamente da consigliare!

Un altro piccolo video è presente sulla seguente pagina:

Rafting… sotto la cascata