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Seguendo le orme di Pitagora in provincia di Crotone

Seguendo le orme di Pitagora edito sulla rivista “Viaggi e Cammini”, n. 11 2021, Sprea Editore.

Matematico, filosofo e, per qualcuno, quasi un semidio,
scelse l’antica Kroton per fondare la propria scuola filosofica:
il suo insegnamento permea ancora oggi l’atmosfera
di questi due percorsi verso l’incantevole promontorio di Capo Colonna.

Seguendo le orme di Pitagora Viaggi e Cammini n. 11 2021 (Coperto da copyright, riproduzione consentita citando la fonte)

Seguendo le orme di Pitagora VeC n. 11 2021 pag. 1
Seguendo le orme di Pitagora VeC n. 11 2021 pag. 1
Seguendo le orme di Pitagora VeC n. 11 2021 pag. 2
Seguendo le orme di Pitagora VeC n. 11 2021 pag. 2

Per abbonarsi o richiedere la rivista e/o gli arretrati: https://sprea.it/abbonamenti/3256-viaggi-cammini.

#VIAGGI e CAMMINI è la rivista per chi vuole vivere esperienze di mobilità lenta e sostenibile: a piedi, in bici o a cavallo tra natura, cultura e spirito. Ogni tre mesi in edicola o in abbonamento.

Copertina Viaggi e Cammini n. 11 2021 Fronte
Copertina Viaggi e Cammini n. 11 2021 Fronte
Copertina Viaggi e Cammini n. 11 2021 Retro
Copertina Viaggi e Cammini n. 11 2021 Retro

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#VIAGGI e CAMMINI è la rivista per chi vuole vivere esperienze di mobilità lenta e sostenibile: a piedi, in bici o a cavallo tra natura, cultura e spirito. Ogni tre mesi in edicola o in abbonamento.

RIVISTA CAMMINI: IN EDICOLA IL N. 5

In edicola il quinto numero della rivista Cammini

Com’era prevedibile qiest’estate ja segnato un punto di svolta nel turismo lento.

La grande voglia di libertà, aria pura, di contatto con la natura si è finalmente coiugata alla straordinaria offerta sentieristica italiana, così ricca di storia, tradizione e paesaggi unici. Di conseguenza, cresce e si arricchisce sempre più l’offerta di Cammini che ripercorrono antiche rotte di devozione, oppure, ripropongono itinerari storici o, ancora, valorizzano particolari aspetti del territorio.

Chi ama camminare sa che, zaino in spalla, può arrivare a vedere, capire, cogliere panorami, storie e meraviglie che resteranno sempre estranei al turismo di massa. Oltretutto, ora inizia la stagione migliore per queste esperienze, per cui: buon Cammino a tutti!

 

Sul n. 5 di Cammini anche alcuni articoli a mia firma:

 

Copertina Cammini n. 5

Quarta di Copertina Cammini n. 5

#Cammini è la prima rivista interamente dedicata a chi vuole riscoprire l’Italia e l’Europa a piedi: un modo nuovo di vivere la Natura, tra storia e tradizione. Dal Cammino di Santiago alla Via Francigena e, a seguire, tanti altri antichi sentieri che, negli ultimi anni, sono sati riscoperti, riattivati, attrezzati e resi praticabili da una moltitudine crescente di appassionati.

 

Intervista a Pietro Scidurlo: Un Cammino per chi non cammina

Intervista a Pietro Scidurlo: Un Cammino per chi non cammina edita sulla rivista “Cammini” Sprea Editore, n. 3, a firma di Claudia G. Rubino

Nulla è impossibile per chi ha coraggio e fede e queste
parole lo spiegano bene: «Mai avrei immaginato
che la vita mi avrebbe portato a fare ciò che mi era stato
sempre impedito. Mi era stato negato di camminare,
non avrei pensato di fare del Cammino la mia missione».

Leggi l’articolo integrale

Intervista a Pietro Scidurlo: Un Cammino per chi non cammina (Coperto da copyright, riproduzione consentita citando la fonte)

Intervista a Pietro Scidurlo: Un Cammino per chi non cammina
Intervista a Pietro Scidurlo: Un Cammino per chi non cammina
Intervista a Pietro Scidurlo: Un Cammino per chi non cammina
Intervista a Pietro Scidurlo: Un Cammino per chi non cammina

 

Per ritirare la rivista o gli arretrati: www.sprea.it/cammini

#Cammini è la prima rivista interamente dedicata a chi vuole riscoprire l’Italia e l’Europa a piedi: un modo nuovo di vivere la Natura, tra storia e tradizione. Dal Cammino di Santiago alla Via Francigena e, a seguire, tanti altri antichi sentieri che, negli ultimi anni, sono sati riscoperti, riattivati, attrezzati e resi praticabili da una moltitudine crescente di appassionati.

Cammini n. 3 - Copertina
Cammini n. 3 – Copertina17

Parco nazionale del Pollino – La Fagosa e Civita

Parco Nazionale del Pollino, Autunno 2017 – Austeri i grigi tronchi accompagnano il viandante sul sentiero. Poi, lo sterrato si incurva e l’Autunno esplode. Colori saturi si stagliano alla vista: una tavolozza di foglie rosse, gialle, arancio, si mescolano a rami ancora verdi, svettando sull’orizzonte ceruleo.
In fondo, tra le colline, il riflesso del mar Ionio che abbraccia la Piana di Sibari.
Come le mille espressioni di un pittore, così ci è apparso il Pollino in occasione dell’escursione organizzata dalla Sezione di Cosenza della Lipu, lo scorso 29 ottobre 2017.
Partiti da Crotone alla volta di Cosenza e, da qui, facendo rotta verso Civita, imbocchiamo la strada in salita sulla sinistra prima del paese. In breve, affascinati dai panorami autunnali, giungiamo a Colle Marcione (1227 metri).
E’ un bel gruppo, formato da camminatori dai 4 anni in su!
Da qui, ci avviamo per una ventosa passeggiata tra i boschi della Fagosa (la distesa di faggi che colora i pianori sopra Civita), passando per Piano di Ratto piccolo, con arrivo alla Fontana del Principe. Sono solo pochi chilometri ma l’Autunno sfoggia il meglio dei suoi colori.
La natura ci accoglie mostrandoci la serena giornata di una mucca con i suoi vitellini e la festosa presenza di alcuni cavalli liberi.
Consumiamo il pranzo a sacco e imbocchiamo la strada del ritorno.
Prima di rimetterci in strada alla volta di Crotone, non poteva mancare una visita a Civita e, in particolare, al caratteristico Ponte del Diavolo, che, precario nella sua solidità, si erge tra le pareti rocciose delle Gole del Raganello. Civita è un ridente ed ordinato paesino che ricorda con orgoglio le proprie origini albanesi, tributando i dovuti onori all’eroe Giorgio Castriota Skanderbeg, noto per aver bloccato l’avanzata dei turchi-ottomani in Europa.
Rientrare tra le quattro mura delle nostre abitazioni è come uscire dal quadro di un pittore per entrare in un film in bianco e nero.
Allora restiamo ancora un po’ in silenzio proseguendo il sentiero dentro le nostre profondità.
L’Autunno è transizione: colori forti prima dei tenui cromatismi invernali, l’esplosione della vita prima della trasformazione che ciascuno coinvolge. Perché tutti, come ricorda Ungaretti, siamo soldati che stanno “come d’autunno sugli alberi le foglie”.

Fantino – Paese fantasma in cui vivono i segni del tempo

Fantino, paese fantasma, è un affascinante borgo abbandonato sito, in Calabria, tra i comuni di Caccuri (provincia di Crotone) e San Giovanni in Fiore (provincia di Cosenza).
Ho visitato il borgo il 14/10/2017, in occasione di un’uscita fotografica guidata dalla bravissima Daniela Sidari, in occasione del suo workshop “Catturare i rintocchi del tempo”. E a Fantino percepire i rintocchi del tempo è facile. Passando dalle case più moderne in cui vivono ancora gli ultimi 4 abitanti, al contiguo borgo abbandonato sembra di entrare in una dimensione onirica. Sulle vecchie pietre seicentesche degli edifici si posano oggetti di uso comune degli anni Sessanta e dei giorni nostri.

Una giacca appesa ad una vecchia porta, come se il proprietario dovesse tornare a riprenderla da un momento all’altro.
Una coppia di padelle arrugginite, divenute ormai un tutt’uno con il tavolato che le sorregge. Alcuni maglioni colorati ed una vecchia corda consunta.
Ma anche una cucina, vecchi materassi, i resti di un fuoco in quello che doveva essere un vecchio soggiorno.
All’esterno del borgo ed all’interno delle case la natura irrompe, riconquistando i suoi spazi: un tappeto verde chiude l’accesso a due usci, un camino è ormai avvolto dai cespugli. In alto, squarci di cielo azzurro e di nuvole diventano il nuovo, infinito soffitto… a ricordare i versi di una vecchia canzone.

Non si può accedere a quello che ormai è il regno della natura: il pavimento crolla sotto il peso del visitatore, come se l’oggi, il momento presente, fosse un carico troppo pesante per ciò che resta del passato.

Fantino, edificato nel 1600, trova il suo massimo sviluppo negli anni ’60, per spopolarsi (quasi) interamente nel 2000, divenendo un paese fantasma. I pochi che ancora vi abitano sono gentili ma schivi e non amano farsi ritrarre.

Ciò che resta è, allora, l’impressione di un paese fantasma sul quale il tempo ha posato il suo inesorabile sguardo, fossilizzando le ultime emozioni umane. Con la sua lava inarrestabile, il tempo ha reso Fantino una nuova Pompei bucolica, in cui la vita sembra sospesa.

Chissà se ritornerà il pastore a riprendere la sua giacca dall’uscio; la massaia a far sfrigolare l’olio sul fuoco; i bambini ad allietare con l’eco di risa argentine la quiete vallata sottostante…
Sognando un universo parallelo in cui Fantino non è contrasto di vecchio e nuovo ma vita dirompente, proviamo a lasciare qualche impressione in qualche pugno di immagini fotografiche. Fermiamo nuovamente il tempo… ed ecco a voi: Fantino.

Altre escursioni in Calabria

L’idea del Cammino

Non ricordo la prima volta in cui sentii parlare del Cammino di Santiago.
Forse una frase letta su un libro oppure una foto vista su internet. Tuttavia, ciò che è certo è che quando vieni a contatto con il Cammino di Santiago non te ne liberi più. E’ come se l’idea fosse sempre dentro di te, in attesa di risvegliarsi. Come se fossimo tutti PELLEGRINI potenziali. Alla parola “Santiago” vengono sollecitate corde profonde, che iniziano a vibrare sempre più forte fino a spingerti a camminare, camminare, camminare. Fino ad indurti a comprare un biglietto aereo, fino a farti sentire pronta a partire!
L’idea di intraprendere il Cammino di Santiago si è fatta largo in me in un arco temporale di diversi mesi o forse anni, visto che ne parlavamo già in Albania… ma questa è un’altra storia.
Nel 2011 ho iniziato a camminare seriamente, co le mie scarpe da trekking in giro per la città. Alcune volta con altre persone, molte altre da sola. Con uno zaino, inizialmente vuoto, successivamente riempito con bottiglie d’acqua per fare peso!
Tuttavia, nel 2011 non sono partita. Non ero pronta, pensavo… ma in realtà avevo paura. Paura di non farcela, paura dell’aereo, paura di partire da sola. Sognavo col freno a mano tirato.
Il mio carattere razionale veniva fuori e spadroneggiava sui miei sogni. Fino a portarmi a fare un tentativo. La Marcia della Pace di Assisi: 25 km a piedi da Perugia ad Assisi.
Insieme e Lucio ed agli amici di Legambiente Bruno e Francesca ho provato le scarpe, ho testato la resistenza delle mie gambe ma, soprattutto, ho vagliato la mia motivazione. Che ne è uscita arricchita e potenziata: sentirsi parte di un flusso di persone in movimento, in cammino, a piedi… è un’emozione che ti arricchisce e che ti spinge ad andare oltre. Ricordo che quella volta ho intravvisto per la prima volta molte conchiglie attaccate agli zaini. Entravo in contatto con i Pellegrini di Santiago e ne provavo ammirazione.
Decisi là di andare. Il viaggio non poteva essere più rimandato.
Cosa mi spingeva? E’ una domanda che, come ogni pellegrino sa, spesso rimane senza risposta. La voglia di andare, di lasciare tutto, di mettersi alla prova, di entrare a contatto con se stessi o con un’energia più profonda… o forse tutte queste cose insieme. Elementi che nel Cammino di Santiago sono presenti più che in ogni altro viaggio, perché il Cammino è “IL VIAGGIO” per eccellenza!
Con i muscoli che mi facevano male ed il cuore pieno di gioia, dentro di me, ero già sulla linea di partenza! Rinascevo Pellegrina!